Il trionfo della palude
Sono un uomo molto vecchio ma ancora – spero – lucido. Sono un relativista e non credo nelle verità assolute ma ricerco da sempre una mia privata verità. E ritengo estremamente superficiale, per non dire demagogico, asserire che votare Sì o No al prossimo referendum sia un problema di età, e che i giovani, al contrario degli anziani, voteranno No. Io credo che se un vecchio sente il bisogno di “cambiare”, perché non dovrebbero a maggior ragione sentirlo i giovani? Sono certo che i miei nipoti siano in grado di valutare i problemi di oggi con la loro testa, senza lasciarsi influenzare né dal nonno né dalle “certezze” dei tanti demagoghi e parrucconi in circolazione. Molti miei coetanei, persone cosiddette colte che presumono di “sapere” (ma Socrate ci ricorda che solo chi sa, sa di non sapere quasi niente), voteranno No. Perché – così rispondono alle mie domande – “non mi piace Renzi” oppure perché “così consigliano persone autorevoli di cui mi fido”. Nel merito della questione… il buio assoluto. Oppure l’iterazione passiva e paradigmatica di messaggi propagandistici. Mio genero mi ha scritto che vede l’Italia come un pacco serrato da un groviglio inestricabile di nodi: ne sciogli uno e ne serri dieci E se chiedi aiuto, il groviglio si intreccia sempre di più. Se oggi c’è “qualcuno” che tenta – con i tanti errori che gli rimprovero – di fare un’opera di rinnovamento, perché non lasciarlo lavorare prima di giudicarlo? Chi voterà No – giovane o vecchio che sia – vuole che tutto resti annodato e che non ci siano cambiamenti.
Il trionfo della palude!




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