Dio è con noi / Gott mit uns

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   Salvini è un fascista? Forse no, ma fa di tutto per sembrarlo. Quando afferma che “Dio è con noi” ricorda il “Gott mit uns” hitleriano inciso anche sulle fibbie delle cinture dei soldati nazisti (io le ho viste). E a proposito di Dio, blatera la sua fede brandendo crocifissi, rosari e vangeli mentre contemporaneamente incita all’odio per i diversi e sforna leggi che permettono alle sue truppe di armarsi in nome della difesa personale. Un classico esempio di fariseismo ad usum delphini, per bassi interessi elettorali. Senza forse, Salvini è veramente un fascista e troppi italiani lo sono, a volte inconsapevolmente. Se la mia voce vi sembra poco affidabile credete almeno a Umberto Eco che scrive di “Fascismo eterno” e ad Alain Badiou, un filosofo francese che scrive di una mutazione genetica – trasversale a tutte le forze poltiche che ha partorito un nuovo fascismo, un fascismo pseudo democratico, Una “Democratura”, termine coniato per definire una pseudo-democrazia, una dittatura che si ammanta delle vesti della democrazia.

    Salvini ha preso l’abitudine di indossare permanentemente maglie, magliette e giubbe con le insegne – con o senza gradi – della polizia di Stato (e dei carabinieri e dei vigili del fuoco). Un gesto a mio avviso gravissimo perché tende a significare che la polizia è di parte, è roba sua, della Lega. E in questo si identifica con altri portatori di divise autoritarie: da Fidel Castro a Gheddafi e, non ultimo, a Benito Mussolini che, dismessi gli abiti borghesi, iniziò a indossare la divisa in orbace (un tessuto nero sardo in lana grezza, divenuto simbolo delle divise fasciste). E’ evidente che in questa maniera Salvini mostra di aspirare ad accentrare i poteri dello Stato nella propria persona. “L’état c’est moi” (“Lo Stato sono io“), affermava Luigi XIV che aveva instaurato la monarchia assoluta.

   Io, che da Balilla ho conosciuto il fascismo, sono indignato e mi auguro che tanti altri lo siano perché il fascismo nacque per l’egoismo delle classi medie di allora che temevano anche loro i i diversi, i miserabili che stavano diventando ” classe proletaria” che reclamava i propri diritti, e vedevano nel nuovo regime la difesa dei propri interessi. Così oggi Salvini fa della paura del diverso un’arma di distrazione di massa dai reali problemi del Paese nonché evidentemente una fonte di consenso.

E’ ora di svegliarsi dal sonno dell’ignavia, dell’indifferenza, dell’egoismo.

Dal sonno della ragione

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