Homo homini lupus
Il fascio-razzismo dilaga nel mondo occidentale.
“Non diventeremo un campo profughi come l’Europa” tuona Trump. E separa con la forza i genitori, migranti illegali, dai figli. I primi arrestati e processati e i bambini, oltre duemila, rinchiusi come animali feroci dentro gabbie metalliche all’interno di campi di detenzione.
C’è qualcuno così disumano da non aver provato un moto d’angoscia ascoltando il loro pianto disperato trasmesso in diretta dalla televisione?
In Italia il nuovo governo, nell’impossibilità di realizzare la rivoluzione economica (senza copertura) sbandierata in campagna elettorale, gioca sulle paure degli italiani.
Salvini, con un linguaggio becero e violento, indegno di un ministro della Repubblica, distoglie il suo popolo dai problemi reali del Paese e occupa l’agenda politica con il sempiterno problema della sicurezza, un mantra che non risponde alla realtà, una fandonia che troppi italiani continuano a bersi. In realtà il nostro Paese è tra quelli più sicuri in Europa: secondo l’ultimo bilancio del Viminale, solo in un anno i delitti sono scesi del 9,2%, passando dai 2.457.764 del 2016 ai 2.232.552 del 2017. Gli omicidi sono calati dell’11,8%, passati da 389 a 343. Di questi, 46 attribuibili alla criminalità organizzata e 128 consumati in ambito familiare/affettivo. Le rapine sono passate da 32.147 a 28.612 (-11%9) e i furti da 1.319.383 a 1.198.892 (-9,1%).
In perenne campagna elettorale Salvini, oltre che alla sicurezza, si dedica alla xenofobia. Gli immigrati? “E’ finita la pacchia”. Quelli dell’Aquarius: stanno facendo una “crociera”.
Il fenomeno della fuga di interi popoli dalle guerre e dalla miseria è un problema che riguarda la società globale: può essere gestito, ma non arrestato. Secondo gli esperti durerà almeno un secolo. Un problema che chiama in causa prima di tutti i paesi colonialisti che hanno depredato e sfruttato per secoli l’intera Africa. E noi fra questi. Vi ricordate: “faccetta nera sarai italiana e per bandiera avrai quella italiana” ? Ora che faccetta nera è diventata o vuole diventare finalmente italiana, dietro-front: “tutti a casa!”.
Marco Minniti, ex ministro dell’Interno del governo Gentiloni, si era fortemente impegnato per affrontare e gestire il problema dell’immigrazione. In meno di un anno lo ha ridotto di circa l’ottanta per cento. Non ha chiuso i porti, ma è andato in Libia a fare accordi con le autorità di Tripoli, di Bengasi e di Tobruk, e ha ricevuto al Viminale alcuni califfi libici. In questo modo, tra l’altro, molti campi di concentramento sono stati posti sotto il diretto controllo italiano, appoggiato da reparti di polizia militare. Il nuovo governo italiano avrebbe dovuto seguire la strada aperta da Minniti, ma si sa, Salvini la pensa in maniera opposta. Preferisce lo scontro, “la guerra prosecuzione della politica con altri mezzi”. Parola di von Clausewitz!
Adesso Salvini si è inventato anche la caccia ai rom che andrebbero schedati per espellere quelli irregolari. “Purtroppo – chiosa Salvini – quelli italiani ce li dobbiamo tenere”. PURTROPPO! Un crescendo non casuale di battute orrende destinate a creare un clima sempre più xenofobico. Voglio a questo punto ricordare che in Italia un censimento su base etnica è proibito dalla legge, mentre invece sarebbe opportuno intervenire sulla eventuale mancata scolarizzazione dei minori nonché sulle condizioni igienico-sanitarie in quelli che vengono definiti impropriamente “campi nomadi”.
Ma quanti sono i rom in Italia per creare problemi tanto gravi da avere la precedenza rispetto alla lotta alla povertà, alle diseguaglianze e alla disoccupazione? I rom in Italia sono circa 140.000, di cui circa 70.000 con cittadinanza italiana, la maggior parte presente nel nostro Paese sin dal medioevo. La maggioranza dei rom italiani è stanziale e urbana. Nei cosiddetti “campi nomadi”, secondo dati del 2008, vivono in tutto 12.346 persone, tra le quali 5.436 minori.
Martin Niemöller, un teologo e pastore protestante, oppositore del nazismo, in un celebre sermone pronunciò queste parole:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Niemöller denunciava con queste parole il pericolo dell’apatia e dell’indifferenza di fronte ai primi passi dei regimi totalitari. E, come ripeto da tempo: ora ci siamo.
Homo homini lupus.





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