L’orologio della memoria segna ancora la stessa ora

 

AVVERTENZA

QUESTO ARTICOLO È CORREDATO DA IMMAGINI FORTI”

CHE POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DI QUALCUNO

#pernondimenticare #italianibravagente #homohominilupus

foto 029         

 

quando la notte è più buia e

una pioggia sporca

dai marciapiedi della memoria

lava

le orme di ogni storia passata

dilata il tuo Io alla ricerca

di una identità

perduta

.

per chi insegue le radici

del fuoco

nei deserti della mente

la verità ha il volto enigmatico di

Giano

e

la sola certezza che resta è il

dubbio

.

è facile inventarsi un dio per placare

la paura dell’ignoto

il vuoto della conoscenza

ma poi

bisogna affrontare il serpente che affascina

il gorgo che attira

il canto della sirena

il

disordine della coscienza

il

KAOS

.

cavalchiamo così i ricordi su una giostra

impazzita

e siamo oggi come ieri

sempre

spettatori indifferenti

complici indolenti di delitti legalizzati

.

In questi giorni si celebra il “Giorno della Memoria”, la ricorrenza internazionale che  commemora le vittime della Shoah, l’orrendo genocidio commesso non da un popolo “barbaro”, ma dal regime che governava un grande paese cosiddettocivile”. Da allora nel mondo è stato tutto un susseguirsi di violenze, stragi terroristiche, genocidi fomentati dall’esaltazione di una “razza” su altre considerate inferiori; oppure sotto il vessillo di religioni che da “oppio dei popoli” si sono trasformate in strumento di morte. L’alibi per nascondere le ossessioni del Potere, di qualunque Potere; un alibi che “tollera  nuovi genocidi e vede rinascere i populismi mentre l’unica strada da percorrere dovrebbe essere ripensare a cosa insegniamo ai nostri figli” (Piotr M. A Cywinski). E noi italiani assistiamo, troppo spesso inerti, a farneticazioni deliranti del tipo: “L’invasione degli stranieri metterebbe a repentaglio la nostra razza bianca”.

Sono desolato e mi chiedo segli italiani  brava gente” abbiano memoria degli ultimi cento anni di storia del loro Paese. Oggi non si fa che deprecare – giustamente – il terrorismo islamista, dimenticando però che l’Occidente ha esercitato troppo spesso, per consolidare il suo potere, il terrorismo di Stato, e che l’Italia in passato non è stata da meno degli altri Stati colonialisti. Voglio ricordare i più efferati crimini di guerra commessi – non nella notte dei tempi, ma nel secolo passato – dalle forze armate italiane. Durante la ribellione dei Boxer (1900) in Cina il contingente italiano prese parte, assieme ai suoi alleati, a stragi, a saccheggi, a incendi di interi abitati, alla decapitazione pubblica di Boxer o presunti tali. Nel 1923, nella guerra per la conquista della Libia, i nostri soldati compirono violenze e atrocità impressionanti: esecuzioni con accette, baionette e sciabole, indigeni evirati e lasciati morire dissanguati, donne stuprate e sodomizzate, altre, incinte, furono  squartate, e i feti infilzati. Durante la guerra di Etiopia, negli anni 1935-36, per completare rapidamente l’invasione Mussolini autorizzò Badoglio a compiere stragi usando il gas iprite, vietato dalla convenzione di Ginevra. Nonostante la sconfitta, la resistenza abissina fu molto aspra dal ’37 fino al ’41 e questo comportò – d’ambo le parti – un susseguirsi di atrocità ai danni di civili e combattenti. In data 5 giugno 1936 Mussolini telegrafò a Graziani, dal Ministero delle Colonie, il seguente ordine: «Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere passati per le armi» e il successivo 8 luglio:  «Autorizzo ancora una volta V.E. a iniziare e condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio contro i ribelli et le popolazioni complici stop. Senza la legge del taglione ad decuplo non si sana la piaga in tempo utile. Attendo conferma». E in ossequio a questi ordini, tra le tante atrocità commesse anche ai danni della popolazione inerme, nel ’39 un migliaio di abissini  che avevano trovato rifugio in una grande grotta furono sterminati con il gas iprite.

Tutti questi fatti inoppugnabili fanno cadere la leggenda di un nostro colonialismo “migliore” rispetto ad altri, e mostrano che gli italiani, in alcuni momenti della loro (nostra storia), si sono macchiati di orrendi crimini.

Il fratello di mio padre, che aveva partecipato come volontario a quella campagna coloniale, è stato testimone di quelle stragi che lui, appassionato fotografo, documentò con tante immagini che io ho ritrovato in fondo a un cassetto. Alcune di queste le porto alla vostra attenzione a dimostrazione che ancora e sempre HOMO HOMINI LUPUS.

foto 006

foto 004

foto 010foto 016

foto 020

foto 001

foto 005

foto 003

ascolta

la voce del vento che soffia tra le rovine

e osserva

l’orologio della memoria con le frecce

infisse nel

cuore

e il quadrante che segna sempre

la stessa

ora

.

l’urlo del mostro

attraversa la notte dei tempi e assorda

le coscienze

.

quanti delitti

Dio

consumati in tuo nome

.

la stagione è questa ancora

dei martiri

dei miracoli

e

delle crociate

.

l’aldilà è una minaccia

illusoria

un ricatto l’immortalità

e

la fede

il cerotto per le ferite dell’esistenza

.

oggi

il Santo Graal

è un calice colmo di

petrolio

e c’è sempre un alibi per le ossessioni del

Potere

2 Responses to L’orologio della memoria segna ancora la stessa ora

  1. Egidio Chiarito scrive:

    Quanti italiani conoscono e/o ricordano queste atrocità? E’ TROPPO COMODO FAR FINTA DI NIENTE.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *