L’orologio della memoria segna ancora la stessa ora
AVVERTENZA
QUESTO ARTICOLO È CORREDATO DA IMMAGINI “FORTI”
CHE POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITÀ DI QUALCUNO
#pernondimenticare #italianibravagente #homohominilupus
quando la notte è più buia e
una pioggia sporca
dai marciapiedi della memoria
lava
le orme di ogni storia passata
dilata il tuo Io alla ricerca
di una identità
perduta
.
per chi insegue le radici
del fuoco
nei deserti della mente
la verità ha il volto enigmatico di
Giano
e
la sola certezza che resta è il
dubbio
.
è facile inventarsi un dio per placare
la paura dell’ignoto
il vuoto della conoscenza
ma poi
bisogna affrontare il serpente che affascina
il gorgo che attira
il canto della sirena
il
disordine della coscienza
il
KAOS
.
cavalchiamo così i ricordi su una giostra
impazzita
e siamo oggi come ieri
sempre
spettatori indifferenti
complici indolenti di delitti legalizzati
.
In questi giorni si celebra il “Giorno della Memoria”, la ricorrenza internazionale che commemora le vittime della Shoah, l’orrendo genocidio commesso non da un popolo “barbaro”, ma dal regime che governava un grande paese cosiddetto “civile”. Da allora nel mondo è stato tutto un susseguirsi di violenze, stragi terroristiche, genocidi fomentati dall’esaltazione di una “razza” su altre considerate inferiori; oppure sotto il vessillo di religioni che da “oppio dei popoli” si sono trasformate in strumento di morte. L’alibi per nascondere le ossessioni del Potere, di qualunque Potere; un alibi che “tollera nuovi genocidi e vede rinascere i populismi mentre l’unica strada da percorrere dovrebbe essere ripensare a cosa insegniamo ai nostri figli” (Piotr M. A Cywinski). E noi italiani assistiamo, troppo spesso inerti, a farneticazioni deliranti del tipo: “L’invasione degli stranieri metterebbe a repentaglio la nostra razza bianca”.
Sono desolato e mi chiedo se “gli italiani brava gente” abbiano memoria degli ultimi cento anni di storia del loro Paese. Oggi non si fa che deprecare – giustamente – il terrorismo islamista, dimenticando però che l’Occidente ha esercitato troppo spesso, per consolidare il suo potere, il terrorismo di Stato, e che l’Italia in passato non è stata da meno degli altri Stati colonialisti. Voglio ricordare i più efferati crimini di guerra commessi – non nella notte dei tempi, ma nel secolo passato – dalle forze armate italiane. Durante la ribellione dei Boxer (1900) in Cina il contingente italiano prese parte, assieme ai suoi alleati, a stragi, a saccheggi, a incendi di interi abitati, alla decapitazione pubblica di Boxer o presunti tali. Nel 1923, nella guerra per la conquista della Libia, i nostri soldati compirono violenze e atrocità impressionanti: esecuzioni con accette, baionette e sciabole, indigeni evirati e lasciati morire dissanguati, donne stuprate e sodomizzate, altre, incinte, furono squartate, e i feti infilzati. Durante la guerra di Etiopia, negli anni 1935-36, per completare rapidamente l’invasione Mussolini autorizzò Badoglio a compiere stragi usando il gas iprite, vietato dalla convenzione di Ginevra. Nonostante la sconfitta, la resistenza abissina fu molto aspra dal ’37 fino al ’41 e questo comportò – d’ambo le parti – un susseguirsi di atrocità ai danni di civili e combattenti. In data 5 giugno 1936 Mussolini telegrafò a Graziani, dal Ministero delle Colonie, il seguente ordine: «Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere passati per le armi» e il successivo 8 luglio: «Autorizzo ancora una volta V.E. a iniziare e condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio contro i ribelli et le popolazioni complici stop. Senza la legge del taglione ad decuplo non si sana la piaga in tempo utile. Attendo conferma». E in ossequio a questi ordini, tra le tante atrocità commesse anche ai danni della popolazione inerme, nel ’39 un migliaio di abissini che avevano trovato rifugio in una grande grotta furono sterminati con il gas iprite.
Tutti questi fatti inoppugnabili fanno cadere la leggenda di un nostro colonialismo “migliore” rispetto ad altri, e mostrano che gli italiani, in alcuni momenti della loro (nostra storia), si sono macchiati di orrendi crimini.
Il fratello di mio padre, che aveva partecipato come volontario a quella campagna coloniale, è stato testimone di quelle stragi che lui, appassionato fotografo, documentò con tante immagini che io ho ritrovato in fondo a un cassetto. Alcune di queste le porto alla vostra attenzione a dimostrazione che ancora e sempre HOMO HOMINI LUPUS.
ascolta
la voce del vento che soffia tra le rovine
e osserva
l’orologio della memoria con le frecce
infisse nel
cuore
e il quadrante che segna sempre
la stessa
ora
.
l’urlo del mostro
attraversa la notte dei tempi e assorda
le coscienze
.
quanti delitti
Dio
consumati in tuo nome
.
la stagione è questa ancora
dei martiri
dei miracoli
e
delle crociate
.
l’aldilà è una minaccia
illusoria
un ricatto l’immortalità
e
la fede
il cerotto per le ferite dell’esistenza
.
oggi
il Santo Graal
è un calice colmo di
petrolio
e c’è sempre un alibi per le ossessioni del
Potere













Quanti italiani conoscono e/o ricordano queste atrocità? E’ TROPPO COMODO FAR FINTA DI NIENTE.
Purtroppo siamo un popolo senza memoria.